La Festa degli Statuti è la festa principale del nostro comune, Fossato di Vico in provincia di Perugia. La festa, giunta nel 2019 alla 24ª edizione, è cominciata nel 1996, in occasione del millenario di Fossato di Vico, ossia della prima notizia esistente sul Castello e il centro storico. Infatti il nome della città deriva dal bizantino «fossaton», che significa «fortificazione in altura».
Questi statuti si erano cominciati a redigere verso la metà del 1200, per essere poi pubblicati il 13 maggio 1386. Sono restati in vigore fino agli inizi dell’Ottocento, fino al periodo napoleonico, anche dopo il passaggio sotto il Papato. Si tratta degli Statuti più antichi di tutto l’Appennino umbro-marchigiano. E non a caso questa festa, dal 2016, fa parte delle Manifestazioni storiche dell’Umbria.
Noi dobbiamo dire grazie al professore Luigi Galassi, studioso purtroppo venuto a mancare pochi anni fa, il quale fu autore di una ricerca storica sugli Statuti di Fossato di Vico. Questi Statuti erano appunto, semplicemente, le regole che Fossato si era data nel periodo medievale, alcune delle quali sono ancora vive tutt’oggi. Come “l’uso civico del Monte”, che è di proprietà dei cittadini e gestito quindi dal Comune. I cittadini possono andare a tagliare la legna sul nostro monte, ma quella legna vale solo per uso domestico e non può essere rivenduta. La legno non può neanche superare i confini del nostro territorio comunale.
La Festa degli Statuti è molto sentita soprattutto dalle nuove generazioni, e questa è una cosa per noi molto positiva.
Questa manifestazione si propone, in termini pratici, di rievocare il 1386. A partire dalle quattro porte (Porta del Serrone, Porta del Castello, Porta Nova e Porta Portella), che prendono il nome dai quattro ingressi al Castello di Fossato nel periodo medievale e che oggi in base a quella divisione comprendono le varie zone del comune di Fossato.
Le 4 porte si contendono il Palio, ed ogni porta collabora alla festa rappresentando un ceto sociale particolare ed anche dei mestieri diversi uno dall’altro. La Portella, ad esempio, incarnava le cariche nobiliari dell’epoca, il Vicario, il Podestà ecc.; la Porta del Serrone invece si occupava della gestione del Monte; Porta Nova era dei mercanti; la Porta del Castello, infine, riguardava l’agricoltura e i contadini.
Le porte vengono giudicate sulla rievocazione degli antichi mestieri, della sfilata e delle taverne.La rievocazione deve essere il più fedele possibile al 1386. I giudici della manifestazione infatti (professionisti del settore) faranno vincere il Palio al gruppo che sarà maggiormente in grado di rievocare quel periodo nei minimi particolari.
Il giudizio sarà anche per le specialità offerte nelle taverne, dai salumi ai formaggi tipici della zona fino ai vini medievali (ogni porta ha il suo). L’enogastronomia locale, insomma, è un altro degli elementi fondanti dell’evento curato dall’Associazione Medioevo Fossatano, organizzazione composta principalmente da ragazzi che negli ultimi anni, anche grazie all’aiuto del patrocinio del Comune, hanno ingrandito questa festa e l’hanno fatta conoscere in tutto l’area regionale.
Lorenzo Polidori, Assessore