#viaggioalcentrodelborgo di Cervara di Roma, racconto breve

È bello raccontare la storia di un borgo specialmente se quel borgo è il tuo e lo vivi in ogni angolo e lo calpesti tutti i giorni.

E cosa ci può essere di meglio, se non una gita?

Quando ti va, sali al mio paese, lungo i tornanti che si snodano tra il verde degli alberi, l’azzurro del cielo e le nuvole chiare che arrivano a rubare l’incanto. All’improvviso strada facendo te la trovi davanti, Cervara, sopra uno scoglio dove respirano umili case, nella grandezza dell’infinito che solo loro percepiscono, sospese nel cielo tra il vento, mentre sembrano volare.

Quella manciata di case con rocce a far da cornice, col tempo rallentato che sa di eterno e di contemplazione.

Adesso che sei arrivato a Cervara viene il bello: salirai a piedi lungo le vie su un avanzare di scalini, attraverserai vicoli carichi di storia.

Ormai denominato “Il Paese degli Artisti” dove poeti, pittori e scultori hanno lasciato le loro opere dedicate a Cervara sui muri o esposte nei migliori musei d’arte. Uno strapiombo di rocce scolpite, sono un caratteristico museo a cielo aperto, inaspettate figure umane, animali, oggetti astratti che creano un percorso. Fu qualificata nel 1991 come “La Montagna d’Europa” e dedicata alla pace nel mondo.

Un paese che sembra un presepe, troneggia dall’alto sui suoi mille metri di altezza sui Monti Simbruini, arriverai sulla Rocca e curiosi i tuoi occhi spazieranno a sbirciare la sottostante Valle dell’Aniene.

Un borgo si può raccontare, però le parole non saranno mai abbastanza.

È un Borgo tranquillo sembra sdraiato su un divano, le amiche montagne gli fanno compagnia, non è una città, non ha pretese, vive tranquillo è un bel paese!

Irene Minuti, 23 maggio 2020

Concorso #viaggioalcentrodelborgo 2020.